martedì 2 agosto 2016

Sessione 82 - 30.06.2016 - Tu canti e io te sono

18 Vargenar 604 - Giorno 145

Il giorno seguente fanno un giro per la città per fare compere poi si avviano verso il bar del porto dove i chierici Bardamu e Jim si stanno alcolizzando. Nelle strette viuzze affollate di gente al lavoro ogni tanto si ode la melodia di qualche musico, ma l'orecchio di Magnus viene incuriosito da un canto che si interrompe all'improvviso. Gli altri lo notano sovrapensiero e Folken nota un mezzelfo che sta scappando tra la folla.
Un nome balena alla mente dello stregone: Lindir! Con un balzo si mette a rincorrere il bardo farabutto fino a vederlo addentrarsi in un seminterrato.
Aspettando che arrivino i compagni Folken scruta con la sua magia l'interno della casa, popolata da diversi loschi figuri principalmente umani e halfling, infine scorge Lindir colloquiare con un altro elfo che imbraccia l'arco e sembra dare alcune disposizioni.
Come il resto del gruppo arriva da Folken ecco affacciarsi da una finestra Lindir, che con cetra in mano attacca una melodia che infonde coraggio nei suoi compagni che escono allo scoperto e li attaccano di sorpresa. Anche Celadàn, l'elfo che sembra a capo della combriccola li attacca scagliando frecce da un'altra finestra.
Folken per evitare guai si alza in volo mentre Magnus, ormai preso ai fianchi da due ladri, rotea l'ascia con gli occhi iniettati di sangue. La dolce musica di Lindir continua ad aiutare la banda di criminali, ma gli artigli di Aranel, trasformatasi in orso, non lasciano scampo ai piccoli halfling, e così anche la lama di Merikel, impugnata da Luthiel.
Visto che ormai lo scontro volge a loro sfavore Celadàn e Lindir si danno alla fuga nelle stanze interne. Folken raggiunge il bardo e consuma la sua vendetta trasformandolo in lucertola e lasciandolo annegare in un secchio d'acqua.
Mentre lo stregone tortura il suo amico, Celadàn usa un passaggio segreto per dileguarsi nella selva di casupole.

Curate le ferite della battaglia si accingono a cercare oggetti magici e di valore che possano rivendere ed oltre a quelche bel manufatto notano anche che alcuni dei membri della gang ha sulla mano destra un guanto nero, chiaro segno distintivo della banda di Black Hand.

Tornano ancora sporchi di sangue da Karrol che li mette in guardia del pericolo che corrono mettendosi contro la gilda dei ladri di Wenia, quindi ripartono in fretta e furia per il Gran Corno.
Per loro fortuna i chierici non sono ancora così sbronzi e riesocno a riportarli al tempio di Seagate.

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